Come vincere la sfida della consegna dell’ultimo miglio?

La maggior parte dei consumatori, oggigiorno, prima di finalizzare qualsiasi acquisto online, verifica i costi e le modalità di consegna.

Questo quanto emerge dall’indagine “Digital commerce transformation Accelerating the “new normal” ecosystem and supply chain” svolta da Deloitte, secondo cui i consumatori tendono ad abbandonare il carrello se le modalità di spedizione offerte non soddisfano le proprie aspettative o risultano troppo costose. In più, è sufficiente una sola esperienza negativa legata allo “shipping” per decidere di non effettuare più acquisti da quel brand / marketplace.

Trend confermato anche dalla Global Consumer Insight Survey 2020 di PwC, secondo la quale per il 42% dei consumatori l’elemento più importante per gli acquisti online sono velocità e affidabilità nelle consegne.

Ne emerge un quadro in cui la logistica dell’ultimo miglio diviene una fase fondamentale della Customer Experience ed è proprio su questo che i brand devono lavorare per fidelizzare i clienti: maggiore flessibilità, velocità e gratuità del servizio possono fare la differenza per il successo del proprio business.

Come vincere la sfida della consegna dell'ultimo miglio

Cos’è l’ultimo miglio?

Quando si parla di “ultimo miglio” (last mile in inglese), si intende l’ultima tappa del percorso che compiono gli oggetti prima di arrivare alla loro destinazione finale.

Ma qual è esattamente la destinazione finale? Nella maggior parte dei casi, ci si riferisce alla consegna al consumatore finale (domicilio, punti di ritiro self-service automatici, click & collect, distributori automatici, Locker Vending Machine, etc.) ma, naturalmente, l’oggetto può avere anche altre destinazioni come per esempio un negozio al dettaglio.

Questa fase della logistica, solitamente caratterizzata da pacchi di piccole-medie piccole dimensioni, è focalizzata sull’offrire un vantaggio fondamentale: la velocità.

L’effetto Amazon sta chiaramente influenzando le aspettative dei consumatori che desiderano ordini sempre più veloci e gratuiti. Ma questa “gratuità” offerta ai clienti finali rappresenta, invece, un “costo” per la catena di fornitura che è chiamata a rivedere completamente la propria organizzazione e presenza sul territorio.

Cos'è l'ultimo miglio

L’ultimo miglio non è uguale per tutti

Viviamo nell’era del “quick commerce” e della “personalizzazione di massa”: i consumatori e le consumatrici di oggi chiedono consegne sempre più veloci e su misura, oltre che gratuite.

Decidere tra consegna a casa o a lavoro, ritiro in negozio, punti di ritiro pacchi automatico, servizio click & collect o Distributori Automatici; selezionare il giorno e l’ora più comoda e poter cambiare idea durante il percorso rappresentano ormai un must.

Pertanto, la sfida che i retailer si trovano oggi ad affrontare è quella di fornire un servizio di “ultimo miglio” su misura, altamente flessibile, ma che, al contempo, non danneggi la redditività del business erodendo margini di profitto.

Il digitale e la pandemia aumentano le pressioni sull’ultimo miglio

L’ultimo miglio è storicamente uno degli elementi più critici e costosi della maggior parte delle Supply Chain reso ancora più complesso dall’avvento del digitale e della pandemia da Covid-19 che hanno contribuito a spostare online gran parte degli acquisti.

Si stima che la consegna dell’ultimo miglio può incidere fino al 41% sul costo totale di trasporto del prodotto secondo la ricerca “The Last-Mile Delivery Challenge: Giving retail and consumer product customers a superior delivery experience without hurting profitability” di Capgemini e, in aggiunta a questo costo di natura puramente economica, c’è da considerare anche il prezzo da pagare a livello di “sostenibilità”.

Destinazioni difficili da trovare, mancate consegne dovute a indirizzi errati o all’assenza del consumatore in casa, non fanno altro che amplificare questo fenomeno facendo, al contempo, lievitare i costi e allungare i tempi di consegna. 

In questo scenario, mettere in piedi una logistica dell’ultimo miglio efficiente e sostenibile è essenziale per mantenere alta la competitività aziendale e, al contempo, tutelare l’immagine del brand. Non si tratta affatto di un’impresa semplice per i manager che devono soddisfare richieste e aspettative di consumatori sempre più esigenti in termini di velocità ma sempre più sensibili all’impatto ambientale, senza far incrementare i costi aziendali.

Magazzini di prossimità per l’efficienza dell’ultimo miglio

Secondo la ricerca “Parcel delivery – The future of last mile” condotta da McKinsey, le opzioni di consegna rapida, in giornata e, talvolta, entro un’ora, si stanno diffondendo sempre di più.

É inevitabile però, che se si vogliono offrire queste opzioni di consegna, i prodotti devono essere già disponibili nelle immediate vicinanze dei clienti finali.

Ne deriva un totale cambio di paradigma nella gestione dell’ultimo miglio.

I centri città si stanno popolando di hub logistici urbani di piccole dimensioni per le consegne dell’ultimo miglio. Stiamo assistendo alla conversione di edifici in disuso e store fisici in veri e propri magazzini di prossimità al servizio dell’e-commerce.

La prossimità sta assumendo dunque un valore sempre più strategico nella gestione dell’ultimo miglio perché consente di accorciare le distanze con i clienti finali e ridurre le percorrenze e, di conseguenza, i costi.

Sempre secondo la ricerca di Capgemini “The Last-Mile Delivery Challenge, anche solo gestire il 30% delle consegne e dei resi attraverso dei punti di ritiro potrebbe portare ad un incremento dei margini di profitto dell’8%, così come la creazione di dark storeovvero dei magazzini dedicati esclusivamente all’evasione di ordini online non aperti al pubblico, porterebbe ad una riduzione dei costi del 23% rispetto alle consegne in giornata effettuate da negozi tradizionali.

Magazzini di prossimità per l'efficienza dell'ultimo miglio

Come migliorare la gestione dell’ultimo miglio? Ecco i nostri consigli:

Ottimizzare la gestione dell’ultimo miglio non significa però lavorare solo sulle attività di trasporto e consegna “finali” ma anche su tutta una serie di aspetti che precedono questa fase e che possono influenzarla in maniera importante.

  1. Progettare il layout di magazzino in maniera corretta

È necessario considerare il volume di ordini che si ricevono e i tempi di evasione degli stessi. In base a queste informazioni, è importante definire le varie postazioni / aree di lavoro (stoccaggio, consolidamento ordini, imballaggio e spedizione) al fine di ottimizzare il percorso che le merci compiono all’interno del magazzino, dal loro arrivo alla messa in consegna.

2. Raccogliere, monitorare ed analizzare i dati 

Sono tante le attività che precedono “l’ultimo miglio” e, ognuno di essa, può contribuire a sprecare tempo prezioso che si ripercuoterà poi sull’ultima fase di consegna. Sia che si tratti di contesti produttivi e/o distributivi, digitalizzare e automatizzare i processi intralogistici consente di raccogliere dati utili per ottimizzare le operations e rispondere in maniera snella e reattiva, ad una domanda di mercato in continua crescita ed evoluzione.

3. Condividere le informazioni con i diversi attori della filiera

Nell’attuale scenario di mercato, rendere efficienti i propri processi è importante ma non è più sufficiente. Le performance di un’azienda, infatti, sono direttamente influenzate dalla capacità di risposta e dall’efficienza operativa degli attori della Supply Chain. La condivisione di dati e informazioni in real time diventa fondamentale per offrire un servizio di last-mile in linea con le aspettative dei clienti.

4. Creare network di magazzini di prossimità

Solo grazie ad una pluralità di hub logistici dislocati su tutto il territorio, situati in prossimità delle aree di consumo, è possibile garantire consegne rapide e al contempo sostenibili perché le distanze da percorrere vengono drasticamente abbattute. 

Magazzini di prossimità per l’efficienza dell’ultimo miglio

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