Picchi di domanda: la grande sfida per le Supply Chain

Festività e ricorrenze speciali rappresentano una preziosa occasione per incrementare le opportunità di business sia per i retailer, tradizionali e digitali, che per le aziende manifatturiere che adottano un modello direct-to-consumer.

Allo stesso tempo però, questi eventi, rappresentano una grande sfida per le Supply Chain che vengono messe a dura prova.

Complice l’avvento del digitale prima, e la pandemia dopo, oggi le abitudini e le aspettative dei consumatori sono completamente cambiate. A prescindere dal canale utilizzato o dal periodo in cui è stato effettuato l’acquisto, gli utenti si aspettano di ricevere quello che desiderano in tempi brevi, al costo più basso.

Una volta i picchi erano prevedibili. Adesso non lo sono.

Durante l’anno ci sono diversi picchi di domanda “prevedibili”, legati cioè a determinate ricorrenze e momenti calendarizzati. Generalmente, i mesi di novembre e dicembre sono quelli più “critici” per lo shopping con il Black Friday e il Cyber Monday che aprono ufficialmente la corsa ai regali di Natale, seguiti dai saldi invernali.

Il Black Friday, negli ultimi anni, è diventato molto popolare in Italia soprattutto grazie agli sconti di Amazon e di altri colossi dell’e-commerce come Alibaba e AliExpress, Ebay, Zalando, etc., che sono riusciti a spostare online quella che storicamente era un’esperienza di shopping in negozio. 

A questi picchi di domanda prevedibili se ne aggiungono costantemente altri legati ad eventi del tutto imprevedibili, detti “cigno nero”, come la recente pandemia da Covid-19.

Picchi di domanda: nessun comparto può ritenersi escluso

Se un tempo erano i settori del Fashion e dell’elettronica di consumo quelli più colpiti dai picchi di domanda perché maggiormente legati ad eventi “consumistici”, oggi nessun comparto può ritenersi esente da questo fenomeno.

Come è noto, infatti, durante l’emergenza da Covid-19, la paura del contagio ha generato un incremento senza precedenti delle vendite di prodotti per la salute e la cura della persona; la chiusura del canale Ho.Re.Ca. si è tradotta nella corsa agli acquisti alimentari; l’invito a “restare a casa” ha segnato un’impennata negli acquisti di articoli per la casa, abbigliamento e attrezzatura sportiva.

Si tratta di settori merceologici che non si aspettavano assolutamente un’impennata delle vendite in quel determinato periodo e che si sono ritrovati a dover fare i conti con Supply Chain non integrate, né a monte né a valle, e per questo molto rigide e poco reattive ai cambiamenti di mercato.

Quanto accaduto ci deve far pensare che è il momento di riconsiderare il modo in cui vengono gestiti i picchi di domanda, prevedibili e non, e le modalità con le quali le aziende si preparano ad affrontarli. È un’occasione preziosa per costruire Supply Chain migliori: più integrate, resilienti e flessibili. E, pertanto, business più forti e vincenti.

Picchi di domanda: nessun comparto può ritenersi escluso

La gestione dei picchi di domanda è un gioco di squadra

Oggigiorno, nessun manager che a vario titolo è coinvolto nella creazione di valore del brand e nella catena di fornitura può ritenersi escluso dal considerare nuovi picchi di domanda ibridi, in affiancamento a quelli stagionali, nella pianificazione e gestione delle proprie attività.

Anche se nella maggior parte dei casi si tratta, per fortuna, di picchi di domanda pianificati, questo non ne rende più semplice la gestione. Possibili errori di valutazione, elementi a volte trascurati o anche nuove priorità dei consumatori possono, infatti, cambiare le carte in tavola e trasformare un evento promozionale in un vero e proprio boomerang per la propria azienda.

Dal Direttore delle Operation al Responsabili Acquisti, dal Direttore Vendite al Chief Tecnology Officer, dal Responsabile Marketing al Supply Chian Manager, tutti devono collaborare per evitare il cosiddetto “relevance gap”, ossia la disparità tra ciò che i consumatori desiderano e quello che in realtà ricevono, sia in termini di prodotto che di esperienza: di acquisto, consegna e assistenza post-vendita.

Supply Chain Collaboration

I nostri consigli per gestire al meglio i picchi di domanda

Ecco qualche consiglio per gestire al meglio i picchi di domanda:

  1. Non sottovalutare l’automazione di magazzino

Potrebbe sembrare un’ovvietà, ma ha senso ricordarlo. Per ottenere elevate performance in termini di accuratezza e velocità durante la fase di consolidamento e spedizioni ordini, è fondamentale automatizzare e digitalizzare i processi intralogistici.

2. Non sottovalutare alcun costo logistico

Spesso, quando si parla di costi logistici, si tende a considerare solo quello del trasporto ma, in realtà, le attività da includere in questa voce di costo sono molte di più: dall’arrivo del bene in magazzino (materie prime o prodotti finiti) allo stoccaggio, dalle attività di picking al consolidamento ordini, dall’ imballaggio alla spedizione fino alla gestione dei resi.

3. Non trascurare il valore della collaborazione lungo la Retail Supply Chain

L’intera Retail Supply Chain deve essere perfettamente integrata, a monte e a valle. Errori o ritardi dovuti alla mancata condivisione di dati e informazioni di valore tra i diversi attori, possono trasformare le opportunità promozionali in black moment, per tutti.

Instaurare rapporti strategici e continuativi con fornitori a monte, e operatori logistici a valle, consente di creare un ecosistema integrato dove tutti collaborano per un obiettivo comune: assicurare la migliore Customer Experience al cliente finale, in ogni periodo dell’anno, offline e online.

4. Non perdere di vista il Customer Journey

Il Customer Journey è il percorso che il consumatore compie, offline o online, prima, durante e dopo l’acquisto: i tempi e le modalità di consegna rappresentano una tappa fondamentale di questo viaggio e concorrono a definire quella che sarà la sua shopping experience complessiva.

Se il consumatore vive una brutta esperienza di “consegna”, la colpa non ricadrà sul corriere bensì sull’azienda dalla quale ha acquistato il bene.

5. Non danneggiare la Brand Identity

La Brand Image è un asset strategico fondamentale per le aziende ed è necessario tutelarla soprattutto durante i momenti di picchi di domanda come il Black Friday quando il rischio di incoerenza tra i diversi touchpoint, fisici e digitali, diventa più elevato.

Questa contraddizione rischia di danneggiare il business aziendale facendo perdere velocemente la fiducia dei clienti che non perderanno occasione di condividere la loro esperienza negativa online.

6. Non dimenticare il valore della sostenibilità

I consumatori sono sempre più attenti ai temi della sostenibilità prediligendo, sempre più spesso, brand che anche durante i picchi di domanda, offrono opzioni di consegna sostenibili in grado di abbattere la congestione stradale e garantire una migliore vivibilità dei centri urbani ai cittadini.

Soluzioni phygital per Supply Chain agili, integrate e snelle

In questo scenario, in cui la progressiva diffusione dei modelli di vendita omnicanale, l’imprevedibilità della domanda e le nuove sfide imposte dall’emergenza Covid-19 hanno messo a dura prova le Supply Chain, diventa strategico adottare soluzioni “Phygital” (Physical + Digital), in grado in grado di integrare e armonizzare il flusso fisico dei materiali con quello digitale delle informazioni tra tutti gli attori dell’ecosistema della distribuzione Retail (produttori, fornitori, operatori logistici, clienti).

E proprio per far fronte repentinamente ai picchi di domanda e rendere disponibili i prodotti quando e dove servono, nelle giuste condizioni, in modo flessibile, sostenibile e sicuro nasce BuyBox.

BuyBox è l’innovativa soluzione “phygital” self-service per la logistica di prossimità che consente di creare dark storemagazzini di prossimità per il micro fulfillmentpunti di ritiro pacchi automatico, punti per servizio Click&Collect; o negozi self-service, superando i limiti delle tradizionali locker vending machine o distributori automatici.