2020: anno del boom dell’e-commerce

Il 2020, oltre all’anno della pandemia, sarà ricordato come quello del boom del commercio elettronico. Secondo l’Istat, nel 2020, complici le misure di distanziamento sociale, le restrizioni alla mobilità e la chiusura delle attività commerciali tradizionali, hanno fatto registrare un’impennata delle vendite online del 50,2%.

Si tratta di un nuovo trend che avrà effetti rilevanti sull’immobiliare retail e sulle modalità di gestione dell’ultimo miglio, con inevitabili ripercussioni sulla riorganizzazione degli spazi urbani delle città.

2020: anno del boom dell'e-commerce

Boom dell’eCommerce e sviluppo sostenibile delle città

In un recente studio dal titolo “La logistica urbana in una visione integrata”, il Ministero delle infrastrutture e trasporti (MIT) affronta un tema che tocca molto da vicino imprese, operatori logistici e cittadini: come rendere sostenibile la logistica urbana delle merci nelle nostre città dopo che il boom delle vendite online, amplificato dalla pandemia da Covid-19, ha cambiato in modo irreversibile le aspettative e le abitudini di acquisto di consumatrici e consumatori.

Il Ministero comincia ad ipotizzare su come dovrebbero comportarsi gli amministratori locali per gestire i nuovi modelli distributivi all’interno delle città, e su come avviare alleanze strategiche con gli operatori logistici, siano essi corrieri o società di delivery, per avviare collaborazioni proficue in grado di plasmare positivamente il futuro della distribuzione urbana delle merci.

I concetti che devono guidare le attività di ripianificazione della logistica urbana nelle Smart City sono la vivibilità e la sostenibilità dei centri urbani. Cosa significa? Che le città devono sì agevolare l’approvvigionamento delle merci ad aziende ed esercizi commerciali ma, al tempo stesso, preservare il benessere dei suoi abitanti.

eCommerce e Covid, non si torna più indietro

Che il trend fosse quello di un aumento senza precedenti delle consegne a domicilio era ormai chiaro da tempo, vista la crescita esponenziale dell’e-commerce degli ultimi anni. Quello che non ci si aspettava, però, era probabilmente la velocità con cui questo cambiamento si sarebbe realizzato.

Ad imprimere un’accelerazione senza precedenti è stata chiaramente la pandemia da Covid-19, che durante il lockdown ha portato ad un forte incremento dei servizi di delivery a domicilio, e che continua ad essere sostanzioso anche in questi mesi post-lockdown e probabilmente proseguirà anche terminata la pandemia.

Sia le amministrazioni pubbliche, nazionali e locali, che gli operatori logistici non hanno quindi scelta: se non vogliono limitarsi a “subire” le conseguenze legate al cambio di aspettative a abitudini di acquisto dei consumatori, devono cominciare ad individuare nuove modalità e soluzioni tecniche per operare in questo nuovo scenario.

eCommerce e Covid, non si torna più indietro

L’eCommerce congestiona i centri città

Da uno studio di McKinsey “An integrated perspective on the future of mobility: Transforming urban delivery” emerge che come diretta conseguenza dell’incremento degli acquisti online, il numero di veicoli commerciali impiegati nel mondo è cresciuto del 32%, passando da 250 milioni nel 2006 a 330 milioni di unità nel 2014.

Entro il 2050, nelle grandi città, si stima un ulteriore aumento del 40%.

Sempre dallo stesso studio emerge che per colpa del troppo traffico e della congestione dei centri urbani, in media, ogni anno, se ne va in fumo tra il 2 ed il 4% del PIL delle grandi citta mondiali.

Acquistare online è diventata, ormai, la norma per gran parte dei consumatori e le consegne dell’ultimo miglio una consuetudine. Nonostante la comodità che i servizi di consegna a domicilio garantiscono agli shopper, non si possono non considerare le conseguenze negative in termini di congestione stradale e inquinamento urbano che tali servizi portano con sé e che McKinsey ha evidenziato.

In effetti, non serviva uno studio dell’autorevole società di consulenza per sollevare il problema: è sufficiente percorrere una delle tante vie principali di una qualunque città di medie-grandi dimensioni, per rendersi conto di quanti mezzi di corrieri e operatori logistici sono fermi, imbottigliati nel traffico, o spesso parcheggiati in doppia fila per portare a termine il numero di consegne che gli è stato affidato.

L’eCommerce congestiona i centri città

Quick commerce: la terza generazione dell’eCommerce

I prodotti venduti online devono trovarsi quanto più vicino ai consumatori finali, al fine di consegnarli loro velocemente.

Attualmente Amazon effettua consegne entro 24 ore al 72% dei suoi clienti. Se, però, fino a poco tempo fa, il benchmark di riferimento delle consegne in 24 ore era considerato un traguardo di eccellenza, oggi questo obiettivo è superato da servizi di delivery sempre più brevi che promettono di effettuare consegne non in ore, ma in minuti.

Questa nuova frontiera della distribuzione e della logistica urbana viene denominata “quick commerce”. Rappresenta la terza generazione del commercio online e punta a garantire la consegna stabilmente al di sotto del quarto d’ora.

Questo nuovo trend che prende spunto dal food delivery per arrivare a comprendere la maggior parte delle categorie merceologiche acquistabili online: che si tratti di un paio di scarpe o dell’ultimo modello di smartphone, di una lampada o un giocattolo, di una bottiglia di vino o un’aspirapolvere, ormai i consumatori si aspettano di ricevere qualsiasi cosa in tempi brevissimi.

Prossimità, capillarità, sostenibilità: i nuovi cardini del quick commerce

Le ultime evoluzioni della logistica dell’eCommerce mostrano un settore sempre più variegato e complesso, dove la rapidità della consegna diventa via via il fattore competitivo più importante, realizzata attraverso una distribuzione più capillare e, quindi, prossima al consumatore finale.

In questo contesto, la tecnologia è un fattore abilitante importante per favorire tempi di delivery sempre più brevi, in linea con i desiderata dei clienti.

Nulla di sconosciuto per chi si occupa di logistica: prodotti richiesti in una determinata location, fasce orarie di acquisto, tipologia di clienti, siano essi privati o commercianti con esigenze specifiche di riassortimento legate a dei picchi di domanda imprevisti. La tecnologia è fondamentale. Non tanto per fantasticare sulla futuribile consegna tramite droni ma per far evolvere l’offerta delle soluzioni di distribuzione e vendita prodotti di pari passo all’evoluzione delle esigenze di mercato.

La sincronizzazione del flusso fisico delle merci con quello digitale delle informazioni diventa strategica alla luce della gestione dell’inventario e del merchandise mix da rendere disponibile in un determinato luogo, per un determinato periodo. Ciò faciliterà la velocità e l’efficienza delle consegne dell’ultimo miglio, garantendo al tempo stesso che le informazioni sullo stock disponibile e sulla previsione di domanda siano condivise in real-time tra i diversi attori della Supply Chain.

Come si raggiunge una logistica urbana efficiente e sostenibile?

L’efficientamento di tutta la catena logistica non può prescindere dall’innovazione tecnologica, soprattutto considerando la logistica dell’ultimo miglio che incide moltissimo sul costo totale della consegna degli acquisti on line: se non ottimizzata, oltre a creare malcontento nei consumatori finali, pesa sulla congestione delle città producendo ingenti costi per la comunità, sia in termini ambientali che di vivibilità.

CityBox, la nostra soluzione Phygital per la City Logistics, è in grado di contribuire all’efficientamento della distribuzione urbana delle merci. Il suo design modulare e l’operatività self-service, h24/7, la rendono una soluzione estremamente versatile e customizzabile, in grado di conciliare le esigenze delle pubbliche amministrazioni di erogare servizi a sostegno della mobilità urbana delle merci e delle persone, con quelle dei corrieri e delle varie società di delivery che hanno l’obiettivo di evadere e consegnare gli ordini in sempre meno tempo, in modo sostenibile e sicuro.

Ne deriva una drastica riduzione delle percorrenze e, di conseguenza, dell’impatto ambientale per centri città più vivibili e prodotti sempre più vicini ai luoghi di consumo.

Per città più smart, ma anche più green. E consumatori / cittadini più soddisfatti, da ogni punto di vista.